Binge Eating Disorder e disturbi dell’umore: come trattarli

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Il Binge Eating Disorder (BED) è il disturbo alimentare più comune negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Europa, che colpisce circa il 3.5 percento delle donne e il 2 percento degli uomini ad un certo punto della loro vita, secondo la “National Eating Disorders Association” (NEDA).

Il BED spesso coesiste con altri disturbi mentali e fisici e, fino a poco tempo fa, era stata prestata maggiore attenzione alle condizioni fisiche che spesso coesistono con il BED, come il diabete di tipo 2, l’ipertensione arteriosa e l’obesità.

BINGE EATING DISORDER E DISTURBI DELL’UMORE

La professione medica ha avuto la tendenza a concentrarsi sugli aspetti fisici del BED, mirando all’obesità con strategie per la perdita del peso, ma ha posto meno enfasi sulle questioni psicologiche associate alla condizione.

Tuttavia, la ricerca di Becker e Grilo (2015) ha scoperto che i disturbi dell’umore (come la depressione, l’ansia e i disturbi bipolari) e i disturbi da uso di sostanze spesso coesistono con il BED.

Dei 347 pazienti affetti da BED che hanno partecipato allo studio, il 54 percento soffriva anche di un disturbo dell’umore diagnosticabile, di un disturbo da uso di sostanze o di entrambi.

LA RELAZIONE TRA PAZIENTI CON BED E DISTURBI DELL’UMORE

Becker e Grilo hanno anche scoperto che i partecipanti affetti da disturbi dell’umore e/o da uso di sostanze (in concomitanza con il BED) hanno sperimentato una forma più grave di BED. Con elevate problematiche relative ad alimentazione, peso e forma del corpo.

Allo stesso modo, le statistiche compilate dalla NEDA mostrano che i pazienti BED con disturbi psichiatrici consistenti soffrono di una forma più grave di BED rispetto a quelli senza. Per di più soffrono anche un basso livello di umore e di autostima.

Altre ricerche di McAuley e colleghi (2019) hanno dimostrato che circa una persona su tre con disturbo bipolare soffre anche di BED, bulimia nervosa o varianti di queste condizioni.

Questi individui sono particolarmente inclini a sopravvalutare il loro peso e la loro forma corporea. La loro restrizione alimentare/abbuffata compulsiva contribuisce a una qualità di vita più scadente di quella che avrebbero se soffrissero di solo bipolarismo.

LA COMORBILITÀ PSICHIATRICA E IL DISTURBO DA ALIMENTAZIONE

Poiché le comorbilità psichiatriche (quando sono presenti due o più condizioni contemporaneamente) sono così comuni tra chi soffre di disturbi alimentari. I ricercatori sottolineano l’importanza di diagnosticare e comprendere le relazioni tra questi disturbi affinché questi individui si riprendano completamente.

Gli ex malati di BED sono più a rischio di ricaduta se i problemi di fondo dei loro disturbi dell’umore, come il trauma, la paura, il controllo e la vergogna non sono adeguatamente diagnosticati e trattati.

Gli ex malati di BED che soffrono anche di comorbilità psichiatrica spiegano che l’abbuffata è una strategia di sopportazione che li aiuta ad affrontare lo stress, l’ansia e il dolore emotivo.

Molti di questi individui descrivono l’uso di cibo per automedicarsi, in modo simile al modo in cui i consumatori di sostanze si automedicano con droghe o alcol. Essi riferiscono che provano anche un grande senso di colpa e vergogna in relazione al loro metodo malsano di affrontare il problema.

I MIGLIORI TRATTAMENTI SCOPERTI DAGLI ESPERTI

Becker e Grilo affermano che gli approcci per il BED che affrontano gli stati d’animo negativi e i comportamenti alimentari hanno avuto risultati molto efficaci per chi soffre di BED con comorbilità.

Una revisione completa dei trattamenti per il BED da parte di Berkman e colleghi (2015) ha riscontrato forti evidenze che suggeriscono che la Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) è il trattamento più efficace contro il BED.

Questo trattamento può migliorare significativamente l’astinenza da abbuffate e ridurre la frequenza delle stesse.

Hanno anche scoperto che la CBT combinata con alcuni farmaci antidepressivi può ridurre efficacemente la frequenza delle abbuffate, e gli antidepressivi possono anche attenuare le compulsioni ossessive associate al binge-eating.

LA TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE (CBT) CONTRO IL BED

Il trattamento CBT mira a modificare i sentimenti, i pensieri e i modelli comportamentali malsani, e può essere guidato da un terapeuta o assumere la forma di aiuto autonomo strutturato o guidato.

McAuley e i suoi colleghi suggeriscono che, poiché molti di coloro che soffrono di disturbi alimentari hanno anche disturbi dell’umore di qualche tipo, i loro problemi psicologici sono più complessi.

Tuttavia, quest’ultima afferma che ciò potrebbe significare che questi individui rispondono più positivamente agli interventi di CBT rispetto a coloro che soffrono senza disturbi dell’umore coesistenti.

LA TERAPIA DIALETTICO COMPORTAMENTALE (DBT) E LA TERAPIA INTERPERSONALE (IPT) CONTRO IL BED

Mentre il CBT è il trattamento più studiato finora contro il BED. Berkman e i suoi colleghi hanno scoperto che anche trattamenti più recenti e meno studiati come la Terapia Dialettico Comportamentale (DBT) e la Psicoterapia Interpersonale (IPT) hanno avuto risultati promettenti.

La DBT è una forma più recente della CBT, che prende di mira i comportamenti impulsivi aumentando la consapevolezza e migliorando le capacità di relazione interpersonale di chi soffre di BED. La capacità di regolare le proprie emozioni e di tollerare il disagio psicologico.

L’IPT invece considera il binge-eating come un modo per affrontare i problemi interpersonali (ad esempio i conflitti di relazione e i problemi sociali) e il loro impatto sull’umore negativo.

Il suo scopo è quello di migliorare il funzionamento interpersonale e di ridurre il disagio psicologico e i comportamenti malsani.

Ruth

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Fonti e risorse

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