Sovralimentazione involontaria e ruolo dell'ambiente

Sovralimentazione involontaria: è causata da una mancanza di forza di volontà o siamo manipolati dall’ambiente?

sovralimentazione involontaria
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In questo articolo scopriremo qualcosa in più sul fenomeno della sovralimentazione involontaria.

AUTOCONTROLLO ALIMENTARE: NON SI TRATTA SOLO DI FORZA DI VOLONTÀ

Vedremo come l’ambiente sia domestico che professionale può modificare inconsciamente in nostri comportamenti alimentari (incluso la sovralimentazione involontaria) e come sfruttare questa scoperta a nostro favore.

Il nutrizionista, il dott. Sachiko Yamanaka, suggerisce che molti fattori ambientali e sociali influenzino in maniera impercettibile il nostro comportamento in ogni momento, comprese le nostre scelte alimentari e la quantità di cibo che consumiamo.

Ciò contraddice le nostre idee convenzionali sui comportamenti alimentari, le quali si basano solitamente sulla nostra resistenza.

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In altre parole, crediamo che spetti all’individuo resistere all’impulso di mangiare cibo malsano e che le difficoltà nel cambiare i nostri comportamenti alimentari derivino dalla mancanza di forza di volontà – come nell’esempio della sovralimentazione involontaria.  Tuttavia, Yamanaka ha riscontrato delle inaccuratezze in ciò.

SOVRALIMENTAZIONE INVOLONTARIA E TEORIA DELLA GOMITATA: OVVERO, COME L’AMBIENTE PUÒ CONDIZIONARE LE NOSTRE SCELTE ALIMENTARI  

Yamanaka adotta l’uso della “teoria della gomitata” nella sua ricerca, che riconosce che le scelte alimentari e il livello di consumo delle persone sono manipolate psicologicamente e in modo sottile dall’ambiente in cui esse sono inserite.

Il padre della teoria dei nudge (lett. “teoria delle gomitatine”), il Premio Nobel Richard Thaler, afferma che mettere cibi sani come frutta e verdura in luoghi più esposti e nascondere cibi spazzatura non salutari ha un profondo effetto sulle scelte alimentari e sull’assunzione delle persone.

In parole povere, se il cibo spazzatura è visibile, ne mangeremo di più. Tuttavia, se la frutta e la verdura sono visibili, mangeremo più di questi alimenti più sani.

Benché Yamanaka non stia suggerendo che non abbiamo alcun controllo sulle nostre abitudini alimentari, ritiene che il punto fondamentale sia che non dovremmo sottovalutare l’impatto dell’ambiente circostante su questi comportamenti.

Solo quando avremo una prospettiva realistica di ciò che governa le nostre scelte e decisioni rispetto al nostro cibo che potremo adottare con successo abitudini più sane.

Yamanaka afferma che stimolazioni come l’aspetto del cibo e il suo odore hanno una forte influenza sui nostri comportamenti alimentari.

La modifica della forma, delle dimensioni e della posizione di una portata influenza anche la quantità di cibo che mangiamo.

Ricerche simili del Dr. Brian Wansink hanno anche fatto emergere che fattori ambientali come la forma del piatto, la dimensione dei pacchetti, la varietà, l’illuminazione e la socializzazione, influenzano le nostre scelte alimentari e il consumo molto più di quanto pensiamo.

ESPERIMENTO DEI 30 MANGIATORI CONTROLLATI E 30 MANGIATORI SFRENATI

Una ricerca di Ward e Mann sono stati coinvolti 30 mangiatori disciplinati e 30 mangiatori indisciplinati.

Questo studio ha rilevato che le persone normalmente abituate a effettuare una restrizione dietetica e a monitorare strettamente il loro apporto di cibo, mangiano di più se vengono distratti in qualche modo.

Al contrario, le persone normalmente abituate a non effettuare restrizione dietetica e che mangiano senza autocontrollo, mangiano di meno se vengono distratti in qualche modo.

Questi risultati mostrano che, quando le persone che hanno l’abitudine a un elevato controllo sui loro comportamenti alimentari vengono distratte da qualche attività, come socializzare, guardare la TV, leggere ecc. essi perderanno il loro abituale controllo riguardo al cibo auto-sabotando i loro sani obiettivi dietetici.

Rimuovere le distrazioni durante i pasti e gli snack, e concentrarsi solamente sull’atto del mangiare in modo consapevole, assaporando ogni boccone e restando in ascolto dei segnali del proprio corpo riguardo alla sensazione di sazietà, aiuta le persone meno disciplinate a migliorare la loro alimentazione e a mangiare di meno.

COME LE ALTRE PERSONE INFLUENZANO LA SOVRALIMENTAZIONE INVOLONTARIA 

Anche i comportamenti che le altre persone tengono in situazioni sociali ci influenzano in qualche modo…

Invece di essere guidati dai nostri standard comportamentali interni, in diversi contesti sociali siamo guidati dal comportamento di altre persone.

Il loro comportamento ci informa su quale condotta sia normale e accettabile in quella situazione. Quindi, se la norma è di concedersi uno spuntino (ad esempio, quando siamo a una festa), questo è ciò che la maggior parte delle persone farà.

Sebbene i fattori emotivi svolgano un ruolo significativo nel mangiare disordinato delle persone, dalle scoperte della ricerca emerge chiaramente che non sono solo i fattori emotivi che dobbiamo affrontare.

AZIONI PRATICHE SUL NOSTRO AMBIENTE PER MANGIARE MEGLIO E IN MINOR QUANTITÀ

Wansink suggerisce che il nostro inconsapevole consumo eccessivo di cibo può essere ridotto se apportiamo piccole modifiche ai nostri ambienti personali.

Ad esempio, essere consapevoli e minimizzare le distrazioni mentre stiamo mangiando, come spegnere la TV e scoraggiare lo spizzicare, concentrandosi solo sul nostro cibo, può davvero aiutare.

Inoltre, essere consapevoli dell’influenza del cibo stesso sui nostri comportamenti alimentari può aiutarci.

Ad esempio, decidere quanto mangeremo prima di consumare un pasto anziché durante, conservando il cibo in luoghi meno accessibili, e gettando via in maniera definitiva il barattolo dei biscotti.

La ricerca ci dice che non è sufficiente provare a resistere ai nostri impulsi sul mangiare cibo sbagliato o sul mangiare troppo: dobbiamo anche sviluppare una consapevolezza delle “gomitatine” ambientali sul mangiare di più e apportare sottili cambiamenti ai nostri ambienti personali.

Farlo può aiutare molto nel ridurre le molte tentazioni di mangiare in modo malsano e aiutarci a coltivare i comportamenti alimentari che desideriamo.

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Immagini: Google immagini.

Wake Up to Money (2017 July 24). “Nobel Prize winner Richard Thaler on ‘nudge’ theory and diet[Audio podcast].

Oullier, O., Cialdini, R., Thaler, R. H., & Mullainathan, S. (2010). “Improving public health prevention with a nudge“. Economic Perspectives6(2), 117-36.

Wansink, B. (2004). “Environmental factors that increase the food intake and consumption volume of unknowing consumers”. Annu. Rev. Nutr.24, 455-479. DOI: 10.1146/annurev.nutr.24.012003.132140

Ward, A., & Mann, T. (2000). “Don’t mind if I do: Disinhibited eating under cognitive load”. Journal of personality and social psychology.

Yamanaka, S. (2019). “Delving deeper into ‘unconscious eating behavior as to develop a better understanding of what governs our choices and decisions when it comes to eating”.

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