Il libro che sto leggendo in questi giorni si intitola…
Flow.
Ovvero, il flusso.
Sono solo al terzo capitolo, ma alcune importanti scoperte presentate in questo libro sono già emerse.
Comunque, nel frattempo ecco cosa posso dirti…
È controintuitivo (e la verità spesso si presenta proprio in questo modo), cioè è il contrario di quello che saremmo propensi a pensare…
A volte sembra che noi umani siamo come programmati all’insuccesso in vari settori della vita, perché la vita funziona in modo contrario rispetto alle nostre naturali propensioni.
Un esempio?
Il flusso.
Quasi tutti noi – più o meno consciamente – siamo propensi a credere che la felicità e l’appagamento ci possano giungere da una vita che si presentasse finalmente priva di attriti, senza problemi, liscia come l’olio… vero?
Il nostro sogno segreto non è forse che a un certo punto, in un futuro prossimo non troppo lontano, arriveremo a mettere a posto tutti i pezzi della nostra vita, incluso evitare rotture e problemi di vario tipo?
L’ideale è rappresentato dall’amaca, dal potersi rilassare, da un pò di sano divertimento e dal lasciare scorrere la vita senza pretese.
Ma chissà se in realtà accadrebbe proprio questo…
Chissà se questa “pace” priva di scocciature né sfide o problemi sarebbe davvero la fautrice del nostro più profondo senso di appagamento e benessere…
In realtà sembra esattamente il contrario (il principio è controintuitivo).
COME IL FLUSSO DETERMINA LA NOSTRA FELICITÀ
Il principio che emerge dalle numerose ricerche dello psicologo Mihaly Csikszentmihalyi dimostra che il nostro senso di soddisfazione, appagamento e in definitiva la nostra felicità è generata dal processo che ci porta a superare tutti gli ostacoli (problemi, scocciature, ecc.) per raggiungere qualche fine che ci interessa davvero.
In questa equazione il risultato dev’essere misurabile.
Se stai soffrendo a causa del problema “X”, e il tuo obiettivo è quindi l’eliminazione del problema “X”, questo è senz’altro misurabile, quindi il fatto di mettere tutto te stesso per superarlo affrontando sfide e difficoltà ti renderà alla fine decisamente più felice.
E questo raggiungimento della felicità non è dovuto solamente al fatto di avere eliminato un problema che ti assillava, ma anche al processo di combattimento interiore ed esteriore per raggiungere il tuo obiettivo.
È un atteggiamento associato al coraggio.
La vita ci chiama al coraggio.
Come dice il saggio Nisargadatta…
“Non ho bisogno di certezze, io vivo nel coraggio. Il coraggio è la mia essenza, che è amore per la vita”.
La vita ci chiama all’azione, alla quale spesso bisogna associare un certo coraggio per superare l’inerzia iniziale che ci vorrebbe mantenere aggrappati a quello che ci è ormai familiare (anche se più o meno evidentemente ci danneggia).
AZIONE E NON-AZIONE
Ma anche l’azione va controllata, o meglio bilanciata.
Una vita da “milanese” spinta all’azione esasperata senza mai fermarsi non va bene.
Ricorda le parole di Lao Tze…
“La non-azione è l’azione più potente”.
La non-azione di Lao Tse è rappresentata da due elementi:
- la stasi della contemplazione (semplice osservazione non giudicante)
- l’azione distaccata e priva del coinvolgimento egoistico.
Ma adesso ritorniamo sul flusso…
Seguendo il principio del flusso sarai più felice, essendo felice avrai più energia e sicurezza per affrontare nuove sfide, diventando così ancora più felice e sicuro di te stesso riguardo alla tua capacità di fare fronte a qualunque situazione.
È un circolo virtuoso.
Se invece decidi di procrastinare la tua grande sfida della vita (qualunque essa sia in questo momento) perché preferisci evitare grandi sforzi e grandi sbattimenti, questo ti bloccherà in uno stato di infelicità.
IL FLUSSO IN AZIONE MENTRE LAVORI
Il principio del flusso non riguarda solo il superamento di problemi, ma anche l’esperienza del processo creativo e della produzione professionale.
Un’attività di creazione artistica o artigianale, come anche un’attività professionale di qualunque tipo con un’obiettivo specifico ben definito conducono a conquistare soddisfazione e appagamento se (e solo se) è anche richiesto un certo sforzo psichico e/o fisico per raggiungerlo.
Se la cosa fosse facile come una passeggiata il giochetto non funzionerebbe. Di conseguenza l’amaca non è veramente un obiettivo intelligente nella vita.
Ovunque ci sia un obiettivo sfidante con delle difficoltà per raggiungerlo si nasconde un mezzo per conquistare un pezzetto di felicità in più.
La grande maestria sta nel trovare un equilibrio fra attività e non-attività contemplativa.
Metti alla prova i principi di Flow e metticela tutta, affronta le difficoltà e riemergi dall’altra parte più forte e felice! 🙂
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