Intuitive Eating: funziona in chi soffre di abbuffate?

Intuitive Eating: funziona in chi soffre di abbuffate?

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Negli ultimi anni, l’approccio dell’Intuitive Eating (IE) è diventato una tendenza sempre più popolare nel mondo della nutrizione, e sempre più persone affette dal disturbo da abbuffate (BED) lo provano.

L’intenzione dellIntuitive Eating è quella di guarire il rapporto delle persone con il cibo utilizzando un approccio non dietetico, consentendo alle persone di sintonizzarsi sugli stimoli della fame e della sazietà del proprio corpo piuttosto che aderire a rigidi interventi dietetici; rompendo così il ciclo della dieta e della restrizione (e nel caso del BED, l’abbuffata).

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INTUITIVE EATING E BINGE EATING DISORDER (DISTURBO DA ABBUFFATE)

Mentre sono state condotte molte ricerche sugli effetti dell’Intuitive Eating che coinvolgono sia la popolazione generale che le persone con disturbi alimentari, esistono relativamente poche ricerche su come questo metodo influisce in modo specifico su chi soffre di abbuffate (BED – Binge Eating Disorder).

I pochi studi di ricerca che sono stati fatti hanno coinvolto per lo più pazienti con Binge Eating Disorder in ospedale o in un centro di cura, piuttosto che pazienti che non sono così gravemente malati.

Uno studio biennale sull’efficacia dell’Intuitive Eating per i pazienti affetti da disturbi alimentari (compresi quelli con sintomi da abbuffata) condotto da Richards e colleghi (2017) ha rilevato che l’Intuitive Eating si è dimostrato efficace con tali pazienti, ma solo dopo che questi avessero raggiunto una fase di recupero molto più avanzata.

Dichiarano che l’intuitive eating non vuole essere un trattamento a sé stante e che si tratta di un “passo evolutivo che viene dopo che le persone hanno avuto successo con interventi dietetici strutturati”.

INTUITIVE EATING: COSA DICONO GLI STUDI?

Sia i pazienti del centro di cura dello studio di Richards e colleghi, che i pazienti di ospedale coinvolti in uno degli studi di Van Dyke e Drinkwater (2013) hanno acquisito le conoscenze del trattamento Intuitive Eating in ambienti altamente strutturati, in cui i pazienti sono stati aiutati in modo molto efficace.

Richards e colleghi sottolineano che l’Intuitive Eating dovrebbe essere insegnato all’interno di un insieme più ampio di competenze. In quanto si tratta sia di una filosofia che di un processo.

Si può sostenere che, pertanto, i pazienti coinvolti in questi studi sono stati meglio ‘preparati’ ad adottare l’Intuitive Eating con successo, rispetto ai pazienti con sintomi meno gravi di abbuffate che non sono stati ricoverati in ospedale.

Il dottor Glenn Livingston afferma che esiste un consenso generale tra i professionisti del settore dei disturbi alimentari sul fatto che qualsiasi tipo di restrizione alimentare è pericolosa e che, pertanto, l’Intuitive Eating è un approccio preferibile.

Livingston è concorde sul fatto che gli operatori del settore hanno buone ragioni per crederlo. In quanto chi soffre di disturbi alimentari tende a incorrere in problemi attraverso una limitazione eccessiva del cibo.

Ad esempio, con la dieta o con il digiuno dopo l’abbuffata, si cerca di riprendere il “controllo” il più rapidamente possibile.

ECCO PERCHÉ L’INTUITIVE EATING È UN APPROCCIO PERICOLOSO PER CHI SOFFRE DI ABBUFFATE

Tuttavia, Livingston afferma che l’adozione dell’approccio con l’Intuitive Eating può essere molto problematico per chi soffre di Binge Eating Disorder.

Egli sostiene che, chi soffre di Binge Eating Disorder presenta un rapporto confuso con il cibo e con i loro segnali fisiologici di fame, sazietà e soddisfazione. Quindi non è una buona idea cercare di basarsi esclusivamente su questi ultimi.

Le persone affette da Binge Eating Disorder tendono a sentire intuitivamente di aver bisogno di grandi quantità di particolari alimenti per la sopravvivenza, mentre in realtà non è così.

Inoltre, mangiano anche cibi poco salutari fino al punto di causare un disagio estremo, perché hanno difficoltà a distinguere tra questi segnali e i loro stimoli alimentari emotivi.

COME INFLUISCE L’INTUITIVE EATING SULLE PERSONE CON PROBLEMI DI ABBUFFATE

Chi soffre di abbuffate, potrebbe trattare l’Intuitive Eating come se fosse una dieta. Come un’altra delle tante diete, e così trincerarsi in un’altra serie di regole e restrizioni, invece di usare l’Intuitive Eating come una semplice guida.

Finiscono per provare gli stessi sentimenti di colpa e di vergogna quando non riescono a mangiare perfettamente applicando l’Intuitive Eating, come farebbero se seguissero una dieta tradizionale a basso contenuto calorico.

Ad esempio, non mangiando sempre e solo quando hanno fame, o smettere oltre il punto di sazietà.

LA TERAPIA RAZIONALE EMOTIVA COMPORTAMENTALE (REBT) 

È importante riconoscere che è stata fatta una ricerca limitata sull’Intuitive Eating per chi soffre di Binge Eating Disorder, mentre, al contrario, approcci come la Terapia Razionale Emotiva Comportamentale (REBT) hanno un sostanziale supporto empirico per dimostrare che funzionano efficacemente per le persone affette da BED.

La REBT è una forma di Terapia Cognitivo Comportamentale in cui le credenze irrazionali (ad esempio intorno all’immagine del corpo e al cibo) sono interrotte e messe in discussione in modo che l’individuo possa imparare ad impegnarsi in pensieri, sentimenti e comportamenti più costruttivi.

PER CONCLUDERE

Livingston suggerisce che, invece di provare l’Intuitive Eating, è meglio che chi soffre di Binge Eating Disorder si rivolga a fonti esterne, come medici e nutrizionisti.

Per verificare i propri segnali interni e per imparare i limiti del proprio comportamento alimentare.

Livingston dice che, come ex malato di Binge Eating Disorder che, dopo molti anni di lotta con il cibo, ora mangia in modo intuitivo.

Quindi, solo una volta che si riesce a mangiare all’interno di questi confini è consigliabile provare un approccio come l’Intuitive Eating.

Per le persone che soffrono di Binge Eating Disorder e sono ancora alle prese con la lotta contro il cibo, il compendio di prove raccolte negli anni suggerisce che dovrebbero – almeno in prima battuta – agire in modo opposto all’alimentazione intuitiva.

Dovrebbero infatti seguire un piano basato su una valutazione razionale e su approcci dietetici strutturati, e non semplicemente seguire il loro sentimento istintivo.

Ruth

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Fonti e risorse

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Immagini: Google immagini.

Ellis, A., & Ellis, D. J. (2019). Rational Emotive Behavior Therapy: Second Edition. The American Psychological Association.

Richards, P. S., Crowton, S., Berrett, M. E., Smith, M. H., & Passmore, K. (2017). “Can patients with eating disorders learn to eat intuitively? A 2-year pilot study“. Eating disorders, 25(2), 99-113. 

Van Dyke, N., & Drinkwater, E. J. (2014). “Review article relationships between intuitive eating and health indicators: literature review“. Public health nutrition, 17(8), 1757-1766. 

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