Patate dolci: Il vero segreto di longevità dei centenari di Okinawa?

Patate dolci: Il vero segreto di longevità degli ultracentenari di Okinawa?

[Tempo medio di lettura: 10 minuti]

Le patate dolci non sono immediatamente associate alla dieta degli abitanti di Okinawa.

Le associazioni alimentari più comuni che vengono in mente pensando a questa popolazione sono…

Riso, 

Pesce, 

Curcuma, 

Tè verde,

E così via.

Tutti questi alimenti infatti fanno parte integrante dell’alimentazione in questa isola speciale, ma quali sono le specifiche quantità di ciascuno e le proporzioni fra di essi?

Inoltre, se si scava un pò più a fondo nella documentazione relativa alla vera dieta tradizionale di questo popolo allora si scopre qualcosa di particolare. 

GLI ABITANTI DI OKINAWA

Okinawa è la maggiore isola di un gruppo di isole dell’arcipelago di Ryūkyū in Giappone.

isola di okinawa
Okinawa nell’arcipelago di Ryūkyū (fonte: Wikipedia)

L’isola di Okinawa è diventata nota come la terra degli immortali

Grazie ai suoi longevi abitanti l’isola di Okinawa (1600 Km di distanza da Tokio) negli ultimi decenni ha stimolato l’interesse scientifico di svariate equipe di ricercatori in cerca del Sacro Graal della longevità.

Gli isolani di Okinawa vantano primati di longevità e salute.

PRIMATO DI SALUTE IN OKINAWA

Rispetto alle medie USA in Okinawa 1/5 del tasso di malattie cardiovascolari che si riscontrano in America. 1/4 il tasso per il cancro al seno e alla prostata e 1/3 il tasso di demenza senile.

Quindi,

1/5 significa l’80% in meno per le malattie cardiocircolatorie (che invece rappresentano il killer N°1 nei paesi industrializzati). 

1/4 è il 75% in meno per il cancro al seno e cancro alla prostata. 

1/3 è il 67% in meno per la demenza senile.

Riguardo a quest’ultimo punto è interessante notare che gli anziani di Okinawa tendono a mantenersi anche autonomi e in salute.

Cioè spesso non arrivano ammalati e inabili a quelle venerande età, al contrario in certi casi l’autonomia è presente anche negli ultracentenari.

Potresti vedere un anziano camminare per le strade di Okinawa con le sembianze di un settantenne in forma che si sta recando al suo orto per raccogliere un pò di verdure di stagione… poi potresti scoprire che l’arzillo vecchietto ha invece superato i 100. 

Non male potersi godere qualche altro decennio di vita su questo splendido pianeta facendo le cose che amiamo, che ne pensi? 🙂

PRIMATO DI LONGEVITÀ IN OKINAWA

In Okinawa l’aspettativa media di vita raggiunge i 78 anni per gli uomini e gli 86 anni per le donne. La maggior parte dei quali sono vissuti in salute…

Mentre, per il resto del Giappone le medie sono rispettivamente di 72.3 anni e 77.7 anni. 

Okinawa vanta anche il primato di una delle popolazioni a più elevato rapporto di centenari rispetto alla popolazione totale (circa 5 centenari ogni 1000 abitanti).

COSA FANNO DI SPECIALE GLI ABITANTI DI OKINAWA

Dopo avere verificato che gli abitanti di Okinawa non possiedono una genetica privilegiatarispetto a tutto noi, possiamo essere sicuri che i loro vantaggi salutistici derivino dall’ambiente esterno (quello che mangiano, quello che bevono e in generale lo stile di vita che assumono).

PASSATO E PRESENTE IN OKINAWA

Tieni conto che in questo articolo parliamo soprattutto di tradizioni di Okinawa, e non delle condizioni attuali, che come vedrai stanno spazzando via tutti gli aspetti che in passato la rendevano così speciale.

Mi spiego meglio…

A partire dalla II Guerra Mondiale Okinawa è stata gradualmente “invasa” da catene di ristoranti come McDonald’s e Kentucky Fried Chicken (specialità: pollo fritto!).

Come conseguenza diretta dello sbarco dello stile di vita made in USA gli isolani di Okinawa adesso si stanno guadagnando un primato di obesità poco lusinghiero.

(Evviva il progresso?grrrrr…)

ABITUDINI TRADIZIONALI DEGLI ABITANTI DI OKINAWA

Per capire come Okinawa sia diventata la terra degli immortali bisogna risalire alle sue vere tradizioni, cioè a prima dello sbarco del pollo fritto americano.

Le indagini degli studiosi che hanno visitato Okinawa intervistando a più riprese migliaia di anziani incluso numerosi centenari rivelano determinate costanti comuni…

  • Molti degli abitanti di Okinawa possedevano un proprio orto dal quale di approvvigionavano giornalmente di verdure fresche (e biologiche)
  • In generale la dieta in Okinawa è stata da sempre costituita da una quantità preponderante di verdure (una vera alimentazione basata sui vegetali)
  • Esiste la salutare abitudine di origine Confuciana di fermarsi prima di avere raggiunto la sazietà completa durante ciascun pasto (hara hachi bu = mangia fino all’80% della sazietà)
  • La cultura spirituale, soprattutto quella del culto degli antenati, è stata molto presente e sentita sull’isola

Prendiamo questi tre punti indicati sopra come linee guide generali per lo stile di vita della popolazione di Okinawa, poi andiamo più nel dettaglio degli specifici alimenti…

LE ORIGINALI PROPORZIONI FRA GLI ALIMENTI CONSUMATI TRADIZIONALMENTE IN OKINAWA

C’è uno studio basilare2 effettuato nel 1949 che mostra qualcosa di stupefacente…

L’analisi deriva dagli archivi dello U.S. National Archives e mostra i dati raccolti da un’intervista a tappeto di 2279 persone e confronta l’alimentazione in Okinawa con quella del resto del Giappone in quell’epoca.

I dati che sono emersi sono significativi soprattutto per un alimento specifico che copre in media ben il 67% del totale degli alimenti consumati tradizionalmente dagli abitanti di Okinawa.

Questo alimento particolare è…

LA PATATA DOLCE (IPOMEA BATATAS)

La patata dolce (Ipomea batatas), che nell’isola si trova sia nella variante giallo/arancio, sia nella variante viola (molto interessante per la maggiore concentrazione di pigmenti antiossidanti protettivi).

patate dolci
Patate dolci

patate viola
Patate viola

Gli altri alimenti più consumati dopo la patata dolce che è in testa con il 67% sono:

  • Il riso con il 12% circa
  • Le altre verdure (soprattutto a foglia verde) con il 9% circa
  • I legumi (soprattutto la soia) con 6% circa

alimentazione okinawa
Prima della II Guerra Mondiale la dieta tradizionale in Okinawa era costituita per il 67% da patate dolci.

IL MITO DELL’ALIMENTAZIONE A BASE DI PESCE IN OKINAWA

Ecco un altro mito da sfatare…

Anche se negli ultimi decenni con l’aumento della disponibilità di cibo nell’isola il consumo di pesce può essere cresciuto, nella dieta tradizionale il pesce rappresenta un misero 1% circa del totale.

Le verdure in totale (patata dolce e altre verdure) coprono un abbondante 76%, mentre il pesce solo l’1%!

L’USO DELLA CARNE IN OKINAWA

La carne addirittura è così poco consumata da rappresentare appena lo 0,25% sul totale.

Tradizionalmente infatti il consumo di carne è sempre stato limitato alla sola carne di maiale consumata esclusivamente in occasione del nuovo anno lunare.

Quindi la carne veniva consumata un solo giorno su 365 giorni.

L’USO DELLE UOVA IN OKINAWA

1 grammo al giorno (un solo grammo!).

L’USO DEI LATTICINI IN OKINAWA

Anche il consumo di latte e formaggio è limitato a 1 grammo al giorno (un solo grammo!). 

ALIMENTAZIONE PER LA LONGEVITÀ VERSUS PALEO DIETA

Insomma, questo è un esempio perfetto che contraddice totalmente le controverse teorie della paleo dieta secondo la quale l’uomo è in linea con un’alimentazione prevalentemente animale.

LE PATATE DOLCI IN OKINAWA COME CI SONO ARRIVATE?

Nel 1605 un viaggiatore di ritorno dalla Cina portò con sé le patate dolci sull’isola di Okinawa. Il successo agronomico e alimentare di questo vegetale sull’isola fu determinante per aiutare i suoi abitanti a sopravvivere in alcuni casi e in generale a nutrire la loro proverbiale longevità e salute. 

Il primo importatore della patata dolce in Okinawa fu quasi venerato per questa opera. 

Il suo nome era Sokan Noguni ed era diventato noto anche come King Imo (re delle patate dolci). Ecco la sua statua con la mitica patata dolce nel palmo della sua mano.

Sokan Noguni
Sokan Noguni

La favolosa patata dolce è stata così strettamente associata alla buona vita degli isolani di Okinawa che nel corso del tempo si è generato un modo di dire “come va?” molto speciale, ed è questo…

Nmu kamatooin = hai mangiato abbastanza patate dolci? 

Cioè, invece di chiederti “come stati?”, in Okinawa ti chiedono se hai mangiato abbastanza patate dolci! grandioso 🙂

LE CONOSCENZE SCIENTIFICHE ATTUALI SUI BENEFICI DELLE PATATE DOLCI

Una delle teorie più interessanti alla base della longevità degli abitanti di Okinawa è la proprietà caratteristica di certi alimenti di mimare gli effetti della restrizione calorica pur senza sottoporsi a una vera restrizione calorica.

La restrizione calorica è il metodo più noto e riproducibile di allungare la vita negli animali (topi e scimmie), ma nell’uomo è tanto difficile da mettere in pratica che viene considerato pressoché inattuabile a lungo termine.

In pratica gli alimenti capaci di mimare la restrizione calorica riproducono gli effetti salutari della restrizione calorica, ma senza la necessità di dover soffrire la fame.

Essi hanno poche calorie, molti micronutrienti e un buon potere saziante. In pratica parliamo di alimenti funzionali (spesso chiamati super cibi) come:

  • Le patate dolci
  • Le alghe
  • La curcuma
  • E altri alimenti simili ricchi di fitocomposti protettivi

L’effetto che questo genere di “super alimenti” produce nell’organismo di chi li assume è definito ormesi (o effetto ormetico).

L’effetto ormetico è prodotto da piccole dosi di certi principi nutrizionali come i carotenoidi, la violaxantina e la luteina delle patate dolci i quali si dimostrano capaci di attivare i vitageni. 

I vitageni sono particolari geni deputati alla produzione di molecole protettive nell’uomo e si pensa che essi giochino un ruolo fondamentale nell’aggiunta di anni di vita in salute.

CURIOSITÀ

Le patate dolci sono realmente un super alimento tanto da essere state selezionate dalla NASA come cibo da utilizzare durante le missioni spaziali3.

IL MIGLIOR MODO PER CUOCERLE (CHE PRESERVA DI PIÙ LE QUALITÀ NUTRIZIONALI)

Qual è il modo migliore di cucinare le patate dolci per preservare il loro contenuto di carotenoidi protettivi? sono sicuro che la risposta ti sorprenderà come ha sorpreso me…

La cottura migliore è la bollitura.

Quindi in ordine:

  1. Crude
  2. Bollite
  3. Arrosto
  4. Al vapore

La bollitura appare come la soluzione migliore anche perché con essa le pareti di cellulosa delle cellule vegetali che contengono i preziosi composti carotenoidi vengono indebolite aumentandone il rilascio e quindi la biodisponibilità11,12.

Inoltre, l’indice glicemico della patate dolci bollite appare inferiore di circa della metà rispetto alla cottura arrosto o al forno13.

Tutti questi benefici si sommano in modo sinergico facendo della bollita il metodo di cottura migliore per la preparazione di questo tubero speciale. 

NON ELIMINARE LA BUCCIA!

Pulisci l’esterno delle patate dolci con una spazzola, ma non eliminare la buccia.

La buccia delle patate dolci contiene 10 volte tanto la capacità antiossidante rispetto alla parte carnosa interna14

Per questo motivo per preservare il più possibile il potere antiossidante naturale della buccia è meglio evitare la cottura in forno e preferire la bollitura.

PROPRIETÀ ANTICANCRO DELLA PATATA DOLCE

Studi analitici rivelano che l’80% del contenuto proteico delle patate dolci è costituito da una proteina chiamata ipomeina (o sporamina). 

Questa proteina ha dimostrato di possedere interessantissime proprietà anticancro nell’uomo attiva su diversi tipi di tessuti.15-19

Oltre a questa peculiarità come hai già visto la patata dolce è un concentrato di carotenoidi come la violaxantina e la luteina che grazie alla loro azione antiossidante e sui vitageni conferisce un ulteriore protezione antitumorale ad ampio spettro.

PER CONCLUDERE

Il consumo di verdure in generale elevato con quasi l’80% di verdure. Un’autentica alimentazione basata sulle verdure.

Il consumo di proteine animali bassissimo, molto vicino allo zero. In particolare poco pesce e quasi zero carne, uova e latticini.

La verdura più consumata è la patata dolce della quale oggi conosciamo vari benefici che possono veramente contribuire a una longevità in salute.

La fortuna maggiore è che la patata dolce è un alimento delizioso, versatile ed economico20(costa poco in relazione alla sua densità nutrizionale).

Sicuramente questo super cibo si può guadagnare uno dei primi posti in classifica come alimento naturale super protettivo e salutare da tenere sempre disponibile in dispensa.

Hai delle domande? Oppure vuoi riportare la tua esperienza riguardo all’uso delle patate dolci? Scrivi in fondo all’articolo nello spazio dedicato ai commenti. Grazie!

A presto,

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Immagini: Google immagini.

Fonti e risorse:

1. Suzuki M. e coll. “Oxidative stress and longevity in okinawa: an investigation of blood lipid peroxidation and tocopherol in okinawan centenarians.

2. Willcox BJ. e coll. “Caloric restriction, the traditional Okinawan diet, and healthy aging: the diet of the world’s longest-lived people and its potential impact on morbidity and life span.

3. Wilson CD. e coll. “Consumer acceptance of vegetarian sweet potato products intended for space missions.” 

4. Willcox DC. e coll. “Caloric restriction and human longevity: what can we learn from the Okinawans?

5. Willcox BJ. e coll. “Caloric restriction, caloric restriction mimetics, and healthy aging in Okinawa: controversies and clinical implications.

6. Willcox DC. e coll. “Healthy aging diets other than the Mediterranean: a focus on the Okinawan diet.

7. Natalia S. Gavrilova e coll. “Comments on Dietary Restriction, Okinawa Diet and Longevity.

8. Davinelli S. e coll. “Extending healthy ageing: nutrient sensitive pathway and centenarian population.” 

9. Willcox DC. e coll. “The Okinawan diet: health implications of a low-calorie, nutrient-dense, antioxidant-rich dietary pattern low in glycemic load.

10. Donado-Pestana CM. e coll. “Stability of carotenoids, total phenolics and in vitro antioxidant capacity in the thermal processing of orange-fleshed sweet potato (Ipomoea batatas Lam.) cultivars grown in Brazil.” 

11. Tumuhimbise GA. e coll. “Microstructure and in vitro beta carotene bioaccessibility of heat processed orange fleshed sweet potato.” 

12. Dincer C. e coll. “Effects of baking and boiling on the nutritional and antioxidant properties of sweet potato [Ipomoea batatas (L.) Lam.] cultivars.” 

13. Bahado-Singh PS. e coll. “Relationship between Processing Method and the Glycemic Indices of Ten Sweet Potato (Ipomoea batatas) Cultivars Commonly Consumed in Jamaica.” 

14. Malkeet S. Padda e coll. “Phenolic composition and antioxidant capacity of different heat-processed forms of sweetpotato cv. ‘Beauregard’.” 

15. Li PG. e coll. “Anticancer effects of sweet potato protein on human colorectal cancer cells.

16. Yao J. e coll. “Sporamin induce apoptosis in human tongue carcinoma cells by down-regulating Akt/GSK-3 signaling.” 

17. Breese J. “Ipomein, a globulin from sweet potatos, ipomea batatas” 

18. Huang GJ. e coll.  Growth inhibition and induction of apoptosis in NB4 promyelocytic leukemia cells by trypsin inhibitor from sweet potato storage roots.” 

19. Senthilkumar R. e coll. “Multiple biological functions of sporamin related to stress tolerance in sweet potato (Ipomoea batatas Lam).” 

20. Drewnowski A. “New metrics of affordable nutrition: which vegetables provide most nutrients for least cost?

21. Dan Buettner “The Blue Zones – Lessons for Living Longer From the People Who’ve Livest the Longest” National Geographic 

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